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Nomi siti e domini di terzo livello

Sentendo parlare clienti o collaboratori in merito ai siti e a operazioni legati ai domini e alla posta, sento spesso fare confusione tra i domini (di primo, secondo, terzo livello) e i siti. Facciamo quindi un poco di chiarezza.

In principio era la rete

La rete è l’origine di tutto. La maggior parte delle convenzioni usate su internet deriva dalle nomenclature e dalle tecnologie usate nelle prime reti (locali e non) basate su unix. Quindi, se i primi tre PC nel mondo si chiamavano uno, due, tre (o più probabilmente “pippo“, “pluto” e “topolino” 🙂 ), successivamente – nel momento in cui le varie, singole reti hanno cominciato a dialogare tra loro – è sorta l’esigenza di raggrupparli e identificarli. Allora si è pensato di creare dei domini, ovvero dei raggruppamenti di computer.

Pertanto si dichiara che la nostra rete usa il dominio “gibilogic” e i PC cominciano a chiamarsi francesco.gibilogic, sergio.gibilogic, cesare.gibilogic e server.gibilogic. La rete di Google, invece, avrà sergei.googlelarry.google, server.google. “gibilogic” e “google” sono domini, tutti gli altri sono nomi host. Tutto chiaro fin qui?

Nota: sia qui sopra che nel resto del documento uso il termine PC in maniera leggermente impropria, per definire una unica workstation, una unità di elaborazione separata, fisica e non virtuale. Non me ne vogliano gli appassionati di MAC o chi lavora su sistemi mainframe. E’ solo per capirci.

E poi arriva Internet, e aumentiamo di un livello

La dimensione della rete, che a questo punto non include ancora il web, ma semplicemente la comunicazione (prevalentemente via posta elettronica e altri vari protocolli “preistorici”) fa sì che si renda necessario raggruppare ulteriormente i domini esistenti, e nascono i Top Level Domains, o TLD.

Questi domini di primo livello sono ad esempio “com“, “it“, “org“, “edu” e sono ormai una convenzione talmente radicata che anche in una rete locale si tende a usare il dominio “local”. I TLD non erano acquistabili nè creabili fino a poco tempo fa, anche se ora per motivi essenzialmente finanziari si sta sbloccando anche questa situazione. Comunque, torniamo alla nostra storia.

Sempre riprendendo gli esempi di prima, ora i nostri domini diventano gibilogic.com e google.com, cioè domini di secondo livello. I nostri PC diventano quindi francesco.gibilogic.com, larry.google.com, server.gibilogic.com e server.google.com.

La stragrande maggioranza dei domini esistenti sono domini di secondo livello. All’interno di questi domini risiedono quasi tutti i siti.

E il www?

Ora, qui sopra abbiamo capito come si danno i nomi ai PC nell’era di Internet. Ora immaginate che nasce il protocollo http (che raccontiamo un’altra volta, se no viene davvero lunga) e quindi uno dei vostri PC deve essere dedicato a ospitare delle pagine HTML. Siccome questa rete di contenuti ipertestuali viene definita ragnatela mondiale (ovvero World Wide Web), le macchine che ospitano questi collegamenti cominciano a essere chiamate www, per nessun motivo specifico, solo per convenzione.

Quindi in GiBiLogic compriamo un nuovo PC, gli mettiamo su le nostre pagine HTML, e in base alla suddetta convenzione e alle regole sui domini spiegate prima, quella macchina diventa www.gibilogic.com. Ricorda qualcosa? 🙂

Ovviamente, la cosa da allora si è complicata un po’. I web server hanno cominciato a poter ospitare diversi siti grazie ai virtual host, cioè alla “simulazione” di diverse macchine su una sola. Qualcuno ha inoltre pensato di proporre alle aziende di ospitare i loro siti su un server predisposto, con una banda migliore e delle persone capaci di gestirlo. Ed è nato l’hosting. Pian pianino, “www.gibilogic.com” ha smesso di essere il nome di un PC ed è diventato il nome di un sito.

Take it to the next level

Come abbiamo visto, nulla ci obbliga a usare il “www” come nome del nostro sito. Noi stessi abbiamo un sito www.gibilogic.com e un sito blog.gibilogic.com, oltre a un sito posta.gibilogic.com e vari altri occasionalmente utilizzati. Attenzione perchè questo è l’equivoco più diffuso: tutti questi sono siti. Nomi host, se volete. Ma non sono domini di terzo livello, a quelli ci arriviamo tra un momento.

Infatti, i domini di terzo livello nascono quando una struttura si ingrandisce molto e ha bisogno di una ulteriore categorizzazione. Diciamo ad esempio che una multinazionale vuole creare il proprio sito “www” e il proprio sito “blog” sia per la filiale di Londra che per quella di Brescia. Quindi crea due domini aggiuntivi “london.gibilogic.com” e “brescia.gibilogic.com”, e per ciascuno crea un sito “www” e un “blog”. Risultato:

  • london.gibilogic.com e brescia.gibilogic.com sono domini di terzo livello
  • www.london…., blog.london…, www.brescia…, blog.brescia… sono tutti siti (e per lo stesso principio appena spiegato, non sono domini di quarto livello).

Sovrapposizioni

In certi casi uno stesso nome può essere sia un sito che un dominio. Ad esempio, se domani ci creiamo dei blog personali tipo francesco.blog.gibilogic.com e sergio.blog.gibilogic.com, stiamo usando “blog.gibilogic.com” come domino di terzo livello. Ma se teniamo attivo anche il blog esistente “blog.gibilogic.com”, in questo contesto è un sito.

La differenza, all’atto pratico, spesso è irrilevante. Ma un dominio e un sito sono due cose diverse, e sarebbe meglio non sovrapporne l’utilizzo, specialmente se torniamo a parlare di domini e PC a livello di intranet.

La bellezza della famiglia di protocolli TCP/IP è che alla fine, le regole sono sempre le stesse, dal proprio PC al mondo intero. Non veniteci più a chiedere domini di terzo livello! 🙂